Nicoletta Ghigi, La metafisica come ricerca di Dio nella fenomenologia di Husserl (Dialegesthai)Salta il men. Dio come «agente metafisico» Seguendo l'analisi rigorosa sulla fattualit. Il motore di tutto il processo scaturisce da quell'innato tendere- a, dirigersi- verso, che spinge l'interesse umano alla costituzione di una precisa rete di rapporti e di un determinato orizzonte di accadimenti. Dal canto suo la hule, «viva materia fungente», proietta su di s. Conferma infatti Ales Bello: «egli afferma che la sua ricerca . E questa premessa investe naturalmente anche il piano puramente religioso, per cui la questione di Dio diventa per la fenomenologia un argomento filosofico cui ci si avvicina razionalmente, privi di pre- giudizi ed eseguendo rigorose analisi razionalmente evidenti. Quindi l'apparente «mancanza di fede» nella fenomenologia, l'ateismo, osserva ancora Ales Bello, «non . A tale fine va anche precisato che, come sottolinea Strasser, «Contrariamente alla dottrina tradizionale Dio non . Infatti la causa della teleologia sembra essere parte integrante della teleologia stessa, poich.
Ma, d'altra parte, sembra anche plausibile che la «propria decisione» di Dio nelle vesti di «principio della teleologia» che non coincide affatto con l'universo monadico, si possa intendere come concetto di causa immanente, in quanto entelechia, ma trascendente rispetto l'universo monadico. Infatti per Husserl Dio . Infatti sia prediligendo l'uno che l'altro corno della questione, ci troveremmo in una visione incompleta e, per di pi. La trascendenza richiama immediatamente la coscienza che a sua volta, come richiesta di un senso assoluto di trascendenza, si rivolge all'idea come sua fonte garante. Ma, dal canto suo, l'idea presenta un'ambiguit. Sembrerebbe quindi che le due caratterizzazioni di immanenza e trascendenza della definizione teologica non possano essere separate, ma anzi debbano in qualche maniera convivere incontraddittoriamente. Eppure, nonostante queste evidenti aporie, cercando nelle specifiche trattazioni del problema un'ipotesi risolutiva, non . Il concetto di trascendenza assoluta dell'«entelechia divina» Esaminiamo il primo punto ed osserviamo che, dopo aver descritto la trascendenza oggettuale in relazione al percepire un «solo lato» della cosa, Husserl inserisce un'interessante problematica, «parallela» alla questione della trascendenza divina. Si tratta della «seconda trascendenza, la trascendenza vera e propria», che . L'essenza dell'intenzionalit? Un Io che esperisce la natura e il mondo, costituiti in comune tutti gli io finiti, con gli occhi di questi io, che ha in s. Questa Coscienza, l'Io come la chiama Husserl, dovrebbe erigersi trascendentemente al di sopra delle monadi, forte della Einf. Regio decreto 14 aprile 1910, n. 639 (Gazzetta Ufficiale del 30 settembre 1910, n. 227) Approvazione del testo unico delle disposizioni di legge relative alla. L'Associazione Sportiva Dilettantistica Nocerina 1910, o semplicemente Nocerina, . Desde el principio se consider REGIO DECRETO 639/1910 - Riscossione delle entrate dello Stato con ingiunzione fiscale. Per questa ragione, possiamo definire l'intersoggettivit. D'altro canto, l'esigenza di assolutezza che le monadi portano in s. Ora tale paradosso, che potremmo chiamare paradosso dell'intersoggettivit. Inoltre, tale mio implicare impone un richiamo, l'urgenza che ho in me di riconoscere questa corporeit. Neppure la esplicita ammissione della comunit. Questo «silenzio», come ci sembra opportuno definirlo, invece . Pertanto, sebbene in quest'ultima descrizione della seconda trascendenza non ve ne sia una definita analisi, . Per questo motivo, prosegue Strasser, «Husserl non esita ad identificarlo (il telos) con l'idea di Dio». E, a conferma di una simile equivalenza, Strasser si richiama espressamente al Manoscritto E III 1. Husserl scrive: «Qui occorre che l'idea di Dio e l'idea della teleologia del mondo (Weltteleologie) come principio di una possibile totalit. In altre parole: la filosofia religiosa di Husserl . Anche qui operazione di coscienza - - come nel caso dell'alter- ego - - non significher. Questo Dio potrebbe essere considerato un oggetto ideale, prodotto di un'attivit. Egli sarebbe allora un fenomeno . In questo caso sarebbe assurdo parlare di un essere divino trascendentale»,4. Si giungerebbe dunque ad una sorta di «mondanizzazione» del «fenomeno Dio», cui Strasser contrappone come alternativa quella che «consisterebbe nell'identificazione di Dio con la vita soggettiva trascendentale. In breve, sarebbe allora una questione di una concezione panteistica, che comporterebbe gravi obiezioni». Con altre parole, poich? Altrimenti, sarebbe ammissibile l'alternativa, avanzata da Strasser, di un essere divino inteso come fenomeno immanente, costituito dalla soggettivit. Si tratta di un essere divino da intendere come «fenomeno», come soggettivit. Per un ragione analoga e cio. Allora, resta da stabilire, . La filosofia come idea, come correlato dell'idea di Dio, come scienza assoluta dell'essere assoluto come scienza della pura idea della divinit. La contingenza assoluta: la «Gottesidee» Nel corso di questa analisi si . Da questa scoperta metafisica di un'entelechia che abbiamo descritto come intenzionalit. Ricordiamo che in alcuni Manoscritti Husserl si riferisce alla scoperta metafisica della teleologia, richiamandosi all'armonia monadica. E, per converso, quale valore avrebbe una trascendenza che si esprimesse contingentemente nella sfera materiale? Sappiamo che l'idea di un essere perfetto, cio. Sarebbe poi da distinguere tra l'assoluta idea che guida lo sviluppo e lo sviluppo stesso infinitamente immanente della coscienza e del mondo. Il problema quindi si riduce alla difficolt. Ma d'altra parte, se non trascendiamo la razionalit. D'altro canto, l'idea di questa trascendenza suprema come esistente non implicherebbe alcuna ammissione «antifenomenologica» di inammissibili pregiudizi. Per tale ragione, se la fenomenologia consegna alla metafisica l'indagine scientifica sul vero essere e sulla sua autentica effettivit. La soluzione che stiamo proponendo come la pi. In questo senso «il principio ultimo (. Tuttavia, bisogna notare, ci. E, d'altro lato, la volont. I due poli dunque sembrano coimplicarsi a vicenda e costituire un'unit? Ed inoltre, in quale maniera possiamo ancora parlare di trascendenza suprema non inventata n. Quest'ultimo, a sua volta, . Pertanto con il supporto che l'indagine metafisica (da intendere qui ultra- fenomenologica) ci fornisce, possiamo osservare con gli «occhi della ragione» le due differenti e necessarie assolutezze come incontraddittoriamente interdipendenti, di cui l'una assolutamente trascendente (o «momento astratto» della soggettivit. In tale senso una metafisica fenomenologica dovrebbe proseguire il cammino intentato dalla metafisica husserliana, per ravvisare nella fattualit. La ragione pratica e assoluta Proviamo ora a considerare dell'intenzionalit. In ognuno si trova un io ideale, il vero . Per questo motivo, osserva M. Biemel nella sua introduzione- presentazione al Manoscritto E III 7, l'analisi storica degli uomini primitivi che Husserl propone un questo contesto . Ed anzi molti critici, come Dum. Basti pensare alla riflessione husserliana del Manoscritto K III 2 in cui si dice che «Dio parla in noi, Dio parla nell'evidenza della decisione che da tutta la mondanit. Questa «tendenza» innata che dobbiamo individualmente coltivare, . E questa ammissione ci permette di avanzare l'ipotesi di un'eventuale raffigurazione fenomenologica della presenza divina, come una sorta di richiamo interiore ad una riflessione che ci coinvolge spiritualmente e che non . In questa ottica il concetto di teologia che negli anni della fenomenologia «premonadica» era connesso a quello dell'esperienza percettiva e, dunque, a quello immanente di ragione, si distacca completamente da questa, formando con essa un nucleo interdipendente costituito da due differenti unit. Nell'ultimo Husserl, sembrano confermare le analisi strasseriane, «Dio . In questo senso possiamo dire che la realizzazione individuale di ogni singola volont. Qui egli infatti ribadisce la propria convinzione che ogni essere umano conserva in s. L'idea del telos, intesa come l'Energie (dynamis) che lo attivizza generandolo, bisogna ricordarlo ancora, . Questa coscienza infinita di Dio . Lecite infatti sono le interpretazioni della metafisica o della teologia husserliana offerte da Dupr. La fede in Husserl Prima di giungere alle conclusioni di questa ricerca, ci sembra opportuno riflettere sull'eventualit. Se, insomma, come sostiene Mall, veramente convivano in Husserl «due anime», quella di un «instancabile fenomenologo» e quella del «cristiano credente». Con ci. Queste due strade di cui l'una . Infatti, laddove la prima pu. Si tratta quindi di una via che si dirige ad una concezione, propria di ogni uomo e del mondo, di un Dio generato, secondo ci. Per questo motivo le due differenti «vie» potrebbero avere un punto d'incontro. La ragione naturale in un certo qual modo, spiega Husserl, . Tuttavia Cristo entra nel mondo, che . Questo sapere naturale deve essere conciliato con la fede, mentre i contenuti stessi della fede devono divenire tema dei giudizi teoretici che conseguono alla fede, ma che non la fondano. La fede dunque . Ma questa «impossibilit. In questo ambito infatti c'. Per contro, occorre sottolineare, tale particolarissima forma di idea non esclude affatto la fede nell'esistenza di una simile totalit. E, proprio per questo motivo, la tematizzazione di una simile idea richiede un'ulteriore e pi. Il principio ordinativo dell'assoluto deve essere trovato, per mezzo di una considerazione puramente assoluta, nell'assoluto stesso». In questo senso ci sembra di poter proporre un eventuale prosieguo del cammino che la metafisica fenomenologica husserliana ha lasciato intentato, nella direzione tracciata dalla proposta teleologica di Husserl la quale, come sostiene Ales Bello, «non esclude n. Rivista telematica di filosofia . Husserl, Vorlesungen . Husserl definisce altrove questa analisi come R. Hartmann, Metaphysics in Husserlian Phenomenology, in «Journal of the British Society for Phenomenology», vol. Strasser, History, Teleology, and God in the Philosophy of Husserl, cit., p.
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December 2016
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